Una frase al giorno...o quasi

Una frase al giorno o quasi...

"Inizia dall'inizio e va' avanti sino alla fine. A questo punto férmati."

(Lewis Carrol)

30 gennaio 2013

NOI...IL MANIFESTO DEL TRIATHLETA


NOI (by Pablo R. Novembre 2007)
Riproponiamo questo scritto del nostro amico Pablo (da sempre nuotatore ma anche triathleta) per "invogliare" i nuovi e ispirare ancora i "vecchi", ringraziando e salutando l'autore!
Noi che mettiamo lo stesso entusiasmo nell’allenarci, nel gareggiare o nello scrivere un foglio come questo.
Noi che corriamo quando il freddo ghiaccia l’acqua e quando il sole picchia talmente forte da farla evaporare. Noi che il 39/19 non è un tram, ma una delle ultime speranze rimaste.
Noi che la muta non serve per la pesca subacquea, ma per nuotare in superficie, noi che neanche le onde ce la fanno, noi che qualche volta non vediamo neanche le boe di segnalazione.
Noi che la zona cambio, il punto di ristoro, la finish line.
Noi che misuriamo gli allenamenti di corsa in minuti o in chilometri a seconda di come ci svegliamo, tanto l’importante è correre.
Noi che dobbiamo fare a gomitate per ritagliarci uno spazio in vasca per l’allenamento, litigando con qualcuno capace di mettersi in mezzo alla corsia per fare il bagno.
Noi che in gara non abbiamo quel problema...
Noi.
Noi che sudiamo, nuotiamo, pedaliamo e corriamo ognuno con un obbiettivo diverso, noi che siamo una squadra vera, con tanto di capitano e spogliatoio, ma non militiamo in nessuna serie.
Noi che non corriamo dietro ad una palla o dietro una donna/uomo.
Noi che l’allenatore è uno di noi.
Noi che quando qualcuno ci sorpassa lo incitiamo e non lo stendiamo per terra con un intervento da ammonizione, noi che niente moviola e scuse, solo cronometro, noi che l’importante è partecipare, noi che vinciamo tutti, noi che sorridiamo tutti, noi che diamo la mano a chi è più forte, noi che incoraggiamo chi è più lento, che ci fermiamo a chiedere come sta un avversario in crisi.
Noi.
Noi che ogni anno è l’ultimo anno e ogni anno siamo in prima fila a combattere con avversità di ogni tipo.
Noi che alle sei di mattina d’inverno siamo pronti per correre. Noi che alle nove di sera siamo ancora in vasca. Noi che le biciclette qualche volta non sappiamo come cavolo portarle.
Noi che un’altra curva, un’altra salitella, un altro chilometro, noi che solo due gomme forate nella stessa gara ci possono fermare.
Noi che l’invidia lasciamola a chi se la può permettere, noi che ci vogliamo essere, noi che ci siamo.
Noi che settecento chilometri per vivere quell’istante sdraiati su un prato a guardare il cielo, senza fiato nei polmoni, né forza nelle gambe, ma con un sorriso idiota stampato in faccia.
Noi che difficile è iniziare, impossibile è smettere, noi che chiediamo a tutti se vogliono provare, noi che non fa niente se non vuoi provare.
Noi che i tempi sono quelli che sono, noi che se non possiamo essere grandi ciclisti saremo grandi corridori. Noi che la pausa pranzo non serve per mangiare.
Noi.
Noi che una bicicletta da ottomila euro ci fa ridere, noi che corriamo con la tuta della (nome qualunque), noi che respirare ogni tre bracciate è difficile, ma nuotiamo fino a quattro chilometri di seguito in mare aperto, noi che l’isola d’Elba, la Madonna del Ghisallo, il lago di Garda, Nizza e qualche altro sogno ancora.
Noi che a vent’anni ci proviamo, a trenta siamo matti, a quaranta esperti, a cinquanta eroi. Noi che di sport abbiamo da insegnare a tutti qualcosa e lo facciamo senza chiacchierare, ma solo con i fatti.
Noi.
Noi che se vuoi essere uno di noi devi assolutamente provarci, non te ne pentirai.

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