NOI (by Pablo R. Novembre 2007)
Riproponiamo questo scritto del nostro amico Pablo (da sempre nuotatore ma anche triathleta) per "invogliare" i nuovi e ispirare ancora i "vecchi", ringraziando e salutando l'autore!
Riproponiamo questo scritto del nostro amico Pablo (da sempre nuotatore ma anche triathleta) per "invogliare" i nuovi e ispirare ancora i "vecchi", ringraziando e salutando l'autore!
Noi che mettiamo lo stesso
entusiasmo nell’allenarci, nel gareggiare o nello scrivere un foglio come
questo.
Noi che corriamo quando il freddo
ghiaccia l’acqua e quando il sole picchia talmente forte da farla evaporare.
Noi che il 39/19 non è un tram, ma una delle ultime speranze rimaste.
Noi che la muta non serve per la
pesca subacquea, ma per nuotare in superficie, noi che neanche le onde ce la
fanno, noi che qualche volta non vediamo neanche le boe di segnalazione.
Noi che la zona cambio, il punto
di ristoro, la finish line.
Noi che misuriamo gli allenamenti
di corsa in minuti o in chilometri a seconda di come ci svegliamo, tanto
l’importante è correre.
Noi che dobbiamo fare a gomitate
per ritagliarci uno spazio in vasca per l’allenamento, litigando con qualcuno
capace di mettersi in mezzo alla corsia per fare il bagno.
Noi che in gara non abbiamo quel
problema...
Noi.
Noi che sudiamo, nuotiamo,
pedaliamo e corriamo ognuno con un obbiettivo diverso, noi che siamo una
squadra vera, con tanto di capitano e spogliatoio, ma non militiamo in nessuna
serie.
Noi che non corriamo dietro ad
una palla o dietro una donna/uomo.
Noi che l’allenatore è uno di
noi.
Noi che quando qualcuno ci
sorpassa lo incitiamo e non lo stendiamo per terra con un intervento da ammonizione,
noi che niente moviola e scuse, solo cronometro, noi che l’importante è
partecipare, noi che vinciamo tutti, noi che sorridiamo tutti, noi che diamo la
mano a chi è più forte, noi che incoraggiamo chi è più lento, che ci fermiamo a
chiedere come sta un avversario in crisi.
Noi.
Noi che ogni anno è l’ultimo anno
e ogni anno siamo in prima fila a combattere con avversità di ogni tipo.
Noi che alle sei di mattina
d’inverno siamo pronti per correre. Noi che alle nove di sera siamo ancora in
vasca. Noi che le biciclette qualche volta non sappiamo come cavolo portarle.
Noi che un’altra curva, un’altra
salitella, un altro chilometro, noi che solo due gomme forate nella stessa gara
ci possono fermare.
Noi che l’invidia lasciamola a
chi se la può permettere, noi che ci vogliamo essere, noi che ci siamo.
Noi che settecento chilometri per
vivere quell’istante sdraiati su un prato a guardare il cielo, senza fiato nei
polmoni, né forza nelle gambe, ma con un sorriso idiota stampato in faccia.
Noi che difficile è iniziare,
impossibile è smettere, noi che chiediamo a tutti se vogliono provare, noi che
non fa niente se non vuoi provare.
Noi che i tempi sono quelli che
sono, noi che se non possiamo essere grandi ciclisti saremo grandi corridori.
Noi che la pausa pranzo non serve per mangiare.
Noi.
Noi che una bicicletta da
ottomila euro ci fa ridere, noi che corriamo con la tuta della (nome qualunque), noi che
respirare ogni tre bracciate è difficile, ma nuotiamo fino a quattro chilometri
di seguito in mare aperto, noi che l’isola d’Elba, la Madonna del Ghisallo, il
lago di Garda, Nizza e qualche altro sogno ancora.
Noi che a vent’anni ci proviamo,
a trenta siamo matti, a quaranta esperti, a cinquanta eroi. Noi che di sport
abbiamo da insegnare a tutti qualcosa e lo facciamo senza chiacchierare, ma
solo con i fatti.
Noi.
Noi che se vuoi essere uno di noi
devi assolutamente provarci, non te ne pentirai.